Rimini | Elezioni, Rivoluzione civile. Giovanni Favia: ambiente, lavoro e morale
“Preferisco parlare di futuro e di quello che vado a fare in Parlamento – ha spiegato ieri a Rimini il grillino ‘epurato’ Giovanni Favia, oggi capolista alla Camera con Ingroia – piuttosto che di un’esperienza che ora è alle mie spalle e che è degenerata nell’ultimo anno e mezzo tradendo molte delle promesse che Grillo ci aveva fatto in termini di democrazia interna. All’interno del movimento ci sono molte persone di buona volontà. Di queste io ho stima. Ce ne sono anche altre, però, che non ritengo diverse da chi dà gli ordini”. Sul leader del Mov ha idee precise. “Grillo riempie le piazze dicendo alla gente quello che vuole sentirsi dire, ma ci sono molti punti del programma ancora poco chiari. Non è un fatto secondario se si pensa che alle prossime elezioni il Movimento 5 Stelle riceverà voti da elettori di destra, di sinistra e di centro, ma chi sarà eletto non potrà fare contenti tutti e alla fine si creerà un cortocircuito se sono si ragiona sui punti del programma lasciati in sospeso”.
Passando poi al “futuro in Parlamento” con Rivoluzione civile, neanche Favia disdegna un’immersione nelle fogne della capitale del turismo balneare, “un problema che Rimini non può risolvere da sola. Io mi impegno in Parlamento ad affrontare il problema del ciclo idrico. E’ vero che Rimini sversa nell’Adriatico, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo anche gli scarichi delle città del nord che arrivano attraverso il Po. E non dobbiamo dimenticare che anche dall’altra parte dell’Adriatico c’è chi sversa in mare. La mia proposta è per un piano di investimento pubblico che deve partire da una dimensione di bacino, perché per risolvere davvero il problema, e non mettere una toppa come vuole fare Hera, c’è bisogno di investimenti ingenti che Rimini non ha. Rimini è una città turistica e bisogna agire il prima possibile”.
Altro nodo. Impresa e credito. “Tutti parlano di difendere la piccola impresa e di come favorire l’accesso al credito, ma nessuno dice come si fa. Sappiamo che le banche sono soggetto di diritto privato e fanno i loro intessi. Bisogna spostare la capacità contrattuale sui debiti dalle banche ai consorzi di garanzia perché conoscono meglio la realtà economica del territorio. Bisogna dire basta ai finanziamenti a fondo perduto da parte dello Stato perché un milione investito a fondo perduto produce un altro milione di investimenti da parte dell’azienda, mentre un milione di euro gestito dai consorzi attraverso i fondi di garanzia produce 16 milioni di euro in economia reale”.
Tasse, lavoro e patrimonializzazione delle pmi. “Bisogna detassare il lavoro (che va incentivato con opportune politiche) e gli utili che vengono utilizzati per patrimonializzare l’azienda. Il problema delle pmi italiane è che sono sottopatrimonializzate. Allora la nostra proposta è che un imprenditore che utilizza gli utili per patrimonializzare la sua azienda paga zero di tasse, di contro a un imprenditore che di fronte ad un azienda sottopatrimonializzata in quanto socio preleva l’utile per sé quel prelievo va tassato del 50 per cento”.
L’ambiente per uscire dalla crisi. “In questa campagna elettorale si parla poco di ambiente che invece per uscire dalla crisi è determinante quanto la questione morale e il lavoro. Sono le tre chiavi di volta per far ripartire l’Italia. Un esempio, se rendo obbligatorio il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta succede, sperimentato in altri paesi, che a parità di rifiuti raccolti produco dieci volte di lavoro in più con un risparmio per i cittadini e per le casse dello Stato. Sui rifiuti diciamo anche basta agli inceneritori perché le ecomafie, noi su questo abbiamo un’emergenza nazionale, attorno ad inceneritori e discariche creano un business. Sempre in contrasto con le infiltrazioni mafiose e per fermare il consumo del suolo, diciamo anche basta con il cemento. Meglio piuttosto un piano di investimenti pubblici per il risparmio energetico, per esempio per isolare termicamente il patrimonio edilizio esistente e per dare lavoro alle piccole e medie imprese locali, creando lavoro sano e con un vantaggio anche in termini di ambiente e tutela del paesaggio”.